Disponibile per il download il materiale didattico:
Guida per l’insegnante
Lezione in Power Point

 

L’UNESCO, nel 2010, ha iscritto la dieta mediterranea nella lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Umanità, riconoscendone l’appartenenza a Italia, Marocco, Grecia e Spagna e, successivamente, a Cipro, Croazia, e Portogallo. La dieta mediterranea, tra i vari modelli alimentari, è certamente uno dei più salutari. Sebbene l’Italia abbracci tradizionalmente questo modello nutrizionale, negli ultimi decenni si è assistito ad un suo progressivo abbandono, soprattutto da parte dei giovani, con l’introduzione nella dieta di cibi preconfezionati e col diffondersi di mode alimentari, soprattutto di derivazione statunitense, legate alle grandi catene di  ristorazione industriale o fortemente sostenute da massicce campagne promozionali, appositamente formulate per far presa sui giovani consumatori. Anche i ritmi della vita moderna spesso costringono a ricorrere a cibi precotti e alcuni piatti tipici della dieta mediterranea finiscono per lasciare il posto ad alimenti preconfezionati o preparazioni alimentari che, solitamente, non contengono quegli elementi nutrizionali essenziali per una corretta alimentazione. Ad esempio il pesce locale viene sostituito sempre più spesso da pesce congelato o importato, in parte per la diffusa avversione, soprattutto da parte dei più giovani, per il pesce di piccola taglia o con numerose spine, e, in parte, per l’indiscussa praticità della preparazione delle pietanze con l’impiego di ingredienti precotti e semilavorati. Tuttavia il pesce azzurro, per la sua facile reperibilità e per l’abbondanza lungo le coste italiane, offre la massima garanzia di freschezza ed economicità oltre a garantire un apporto di proteine di elevata qualità e di acidi grassi polinsaturi (Omega 3) utili a prevenire e curare diverse patologie. Il consumo di pesce locale, inoltre, contribuisce in modo significativo alla salvaguardia degli stock ittici del Mediterraneo. Le attuali richieste del mercato, essenzialmente indirizzate ad un numero limitato di specie, hanno infatti generato un sovrasfruttamento delle loro popolazioni, in particolar modo di quelle dei grandi pelagici e dei merluzzi. Ad oggi il quadro è sempre più allarmante: più del 70% degli stock ittici europei risulta impoverito dalla eccessiva pesca industriale, mentre la piccola pesca artigianale, essenzialmente vocata alla cattura del pesce azzurro, è in grande difficoltà. Per questo l’Area Marina Protetta “Isole Ciclopi” attraverso il progetto “Io mangio azzurro”, realizzato  con il contributo del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare,  fornisce ai docenti delle scuole secondarie uno strumento didattico-educativo strutturato per promuovere, con apposite lezioni frontali, il consumo del pesce azzurro da parte degli studenti e delle loro famiglie. Per agevolare il lavoro dei docenti è stata elaborata la “guida per l’insegnante” contenente informazioni sul pesce azzurro, sulle singole specie, sulle loro proprietà nutrizionali. La guida è corredata da una presentazione multimediale in formato power point, di supporto alla lezione frontale che il docente terrà in classe, contenente in sintesi gli argomenti trattati nella guida, ma esposti con un linguaggio semplice e adatto agli studenti. Infine, per incontrare il favore dei giovani consumatori e rispettare le esigenze di praticità delle famiglie, grazie alla collaborazione dell’Istituto Professionale di Stato per i servizi enogastronomici e dell’ospitalità alberghiera – “Giovanni Falcone” di Giarre, è stato realizzato il ricettario contenente alcune facili preparazioni a base di pesce azzurro, selezionate in modo da poter essere preparate in casa in modo semplice e veloce e, nel contempo, adatto ad accogliere il gradimento dei ragazzi.

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